Darjeeling, il tè nero indiano più raffinato e prezioso

Il tè, per molti di noi, è una vera e propria passione da condividere! Da soli o in compagnia, infatti, sederci davanti alla nostra tazza di tè fumante diventa un vero e proprio rituale! Ecco perché oggi andremo alla scoperta del Darjeeling, il più prezioso e raffinato tè indiano.

L’India è un Paese dai mille volti e come tale porta con sé tantissime meraviglie, tra cui l’incomparabile tè nero della città di Darjeeling conosciuta in tutto il mondo per il suo tè eccezionale. Makaibari si distingue dagli altri giardini di Darjeeling. Si tratta infatti della prima azienda di tè Darjeeling ad aver ottenuto la certificazione biologica. La proprietà misura 650 ettari, ma solo 250 sono dedicati alla coltivazione del tè. Inoltre è possibile visitare questo giardino del Bengala occidentale, ed in base al periodo dell’anno è anche possibile assistere alla raccolta delle foglie di tè!

Darjeeling: ad ogni stagione il suo tè

Ogni anno, a marzo, ha luogo la primissima raccolta: le piante di tè sono appena uscite da un periodo di ibernazione durato 5 mesi. Si raccolgono quindi i primi germogli con cura: questo è ciò che viene chiamato “first flush”. Questo tè di prima scelta sarà leggero e raffinato allo stesso tempo.

Finemente speziato, rilascia un profumo squisito dalle fresche note vegetali. È preferibile gustare questo piccolo tesoro da solo, in modo che nulla celi i suoi aromi raffinati. I tè Darjeeling sono spesso classificati con la sigla SFTGFOP, che identifica un grado di tè indiano davvero eccezionale. Il raccolto di giugno invece è caratterizzato da un colore più ambrato. In questo caso il risultato è un tè più amaro.  Gli intenditori amano le sue note di moscato maturo.  I raccolti meno pregiati hanno luogo durante la stagione dei monsoni e in autunno. Il tè Darjeeling a questo punto perde effettivamente la sua delicatezza e le sue note speziate. Ecco perché è passato alla storia grazie al suo raccolto primaverile.

Tè Darjeeling: la storia

La coltivazione del tè è apparsa in India nel XIX secolo grazie a Robert Fortune, un botanico britannico che viaggiava per conto della Compagnia britannica delle Indie orientali, che spedisce in India circa 20.000 piante di tè; disseminate in tutta la regione dell’Assam e nella vicina regione del Bengala Occidentale, più precisamente intorno a Darjeeling.

Quest’ultima scelta è strategica. Situata ai piedi dell’Himalaya, tra i 2000 e i 3000 metri di altitudine, Darjeeling presenta condizioni climatiche ideali per lo sviluppo delle piante di tè. Nasce così una vera e propria cultura del tè in India.  Secondo una leggenda indiana, il principe monaco Bodhidharma andò in Cina per pregare il Buddha. Attorno all’anno 520, con l’obiettivo di non dormire più e di predicare il buddismo con più fervore, decise di strapparsi le palpebre e di gettarle a terra. In quel punto, due arbusti uscirono dal terreno. Il loro fogliame possedeva un potere: quello di mantenere alto lo spirito!

Tè Darjeeling: la certificazione

L’Unione Europea, nel 2011, riconosce l’Indicazione Geografica Protetta Darjeeling. Questa è l’unica IGP nel mondo del tè. Si contano circa cento giardini del tè che vantano un tale riconoscimento. L’IGP consente di evitare la contraffazione e di far rispettare le condizioni inerenti la qualità del prodotto. Specifiche rigorose elencano una trentina di criteri sulla raccolta, sui metodi di lavorazione e sulla geografia. Le piantagioni di tè su questo versante himalayano appartengono a un’area ben definita.

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